Passa al contenuto principale
Spedizione gratuita da 99€

Epilessia Resistente alla Terapia Farmacologica

La dieta chetogenica nell’epilessia resistente alla terapia farmacologica

L’epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale e si caratterizza per il persistente ripetersi di improvvise crisi convulsive spesso pluriquotidiane che colpiscono senza alcun preavviso e si manifestano con movimenti involontari, bruschi ed incontrollati della muscolatura, accompagnati a volte da perdita di coscienza, conducendo ad un deterioramento globale. Questa malattia è da considerare anche un problema sociale sia per la gravità intrinseca della malattia, sia per le ripercussioni sulle famiglie dei piccoli pazienti. L’utilizzo della dieta chetogenica, come terapia dell’epilessia farmacoresistente, risale agli anni ’20 del secolo scorso.

L’epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale e si caratterizza per il persistente ripetersi di improvvise crisi convulsive spesso pluriquotidiane che colpiscono senza alcun preavviso e si manifestano con movimenti involontari, bruschi ed incontrollati della muscolatura, accompagnati a volte da perdita di coscienza, conducendo ad un deterioramento globale. Questa malattia è da considerare anche un problema sociale sia per la gravità intrinseca della malattia, sia per le ripercussioni sulle famiglie dei piccoli pazienti. L’utilizzo della dieta chetogenica, come terapia dell’epilessia farmacoresistente, risale agli anni ’20 del secolo scorso.

Dal 1921 in poi (Wilder “The Effect of Ketonemia on the Course of Epilepsy”, Mayo Clinic Bull. 2:307, 1921) i lavori scientifici sull’uso della dieta chetogenica come terapia per l’epilessia moltiplicarono. Dopo questo iniziale entusiasmo, negli anni ’40 e ’50 l’interesse per la dieta scemò rapidamente; solo a partire dagli anni ’70 venne riscoperta ed attualmente viene utilizzata come terapia nell’epilessia farmacoresistente nella maggior parte dei paesi del mondo. Negli ultimi anni, sono stati pubblicati numerosissimi lavori scientifici sull’utilizzo di questa dieta da parte di ricercatori di tutti e 5 i continenti e, soprattutto nei paesi di lingua inglese, l’appoggio da parte di associazioni di pazienti e di famiglie, è molto consistente e contribuisce alla diffusione e alla comprensione della dieta.